Pietro Pizzoli è un insegnante di batteria. A 14 anni non aveva la minima idea di come funzionasse lo strumento anche se ascoltava parecchia musica, affascinato dal suono del rullante. Dopo aver convinto i suoi genitori a comprare una batteria, convinto di sapere suonare già dei brani. Ha però presto compreso di non essere in grado di tramutare le idee che aveva tramite le bacchette sulla batteria.
Da lì è cominciata una costante ricerca nello sviluppo del linguaggio musicale, creando un proprio stile e raffinandolo ogni giorno di più.
Pietro Pizzoli ha frequentato il doppio biennio BTEC al CSM College di Verona raggiungendo l’Extended Diploma Level 3 in Music nel 2013 e l’HND Diploma Level 5 in Music nel 2015.
Ha studiato batteria con gli insegnanti Michele Montresor, Bruce Turri, Gianni Brunelli, Max Avesani, Matteo Breoni.
Ama i batteristi che suonano un ritmo essenziale e giusto, senza la foga di dover dimostrare di essere capaci di fare ritmi vorticosi e cose complicate in ogni situazione: un batterista che ben interpreta questo stile è Steve Jordan.
Altri batteristi, e gruppi, che gli piacciono e che hanno influenzato il suo modo di suonare sono:
Matt Helders – Arctic Monkeys, Iggy Pop
Luca Ferrari – Verdena
Fabrizio Moretti – The Strokes, Little Joy, Rodrigo Amarante
Dave Grohl – Nirvana, Queens of the Stones Age
Fabio Rondanini – Calibro 35
Jack White – The Dead Weather
Nathan Followil – Kings of Leon
Rob Turner – Go Go Penguin
Ben Thatcher – Royal Blood
Pietro Pizzoli è fortemente interessato alla musica originale soprattutto nell’ambito indie rock, alternative rock, pop rock ed è membro del progetto Greta Narvik, il cui primo disco vedrà la luce a fine 2016. Collabora con il progetto Il rumore bianco, per una serie di concerti di presentazione del nuovo album in uscita.
Ha realizzato recentemente in studio alcune tracce per gli ultimi dischi dei progetti Cats from Alpha, Morpheus.
Il primo obiettivo di ogni lezione di Pietro Pizzoli è che l’allievo trovi il modo di divertirsi attraverso lo strumento, perché crede che sia una chiave importante per lo studio.
Studia musica ogni giorno e il suo obiettivo è quello di rafforzare sempre di più il concetto di musica come arte, e non come prodotto, moda. Per lui la batteria è uno strumento “altruista”, d’accompagnamento e in quanto tale va suonato cercando di non sovrastare gli altri, né cercando di essere eccessivamente protagonisti.
Il suo approccio agli esercizi è quanto più musicale possibile. La teoria gioca un ruolo fondamentale: tramite la conoscenza della scrittura musicale, della metrica, delle strutture, è possibile comprendere, interiorizzare e reinterpretare più facilmente un concetto esclusivamente musicale.
Lo studio della tecnica invece permette di tradurre più facilmente e in maniera più chiara una frase musicale da pensiero a suono. Teoria, tecnica e musicalità sono per lui i capisaldi dello studio dello strumento, e la maniera in cui sono dosate e combinate tra loro è determinante.
Il metodo di batteria che più lo appassiona è Time Rudiments di Maurizio Dei Lazzaretti, perché ha uno sviluppo chiaro e funzionale, e presenta sfide molto complesse
Parole chiave: divertimento e arte.
Time Rudiments – Maurizio dei Lazzaretti
Snare Drum Rudiments – Buddy Rich
The Language of Drumming – Benny Greb
Syncopation for the Modern Drummer – Ted Reed
Solfeggio Ritmico – Dante Agostini
Enciclopedia dei Ritmi per Basso e Batteria – Cristiano Micalizzi